sabato, agosto 23, 2014

WEEK END SUL MONTE ROSA racconto di ALESSANDRO LICA




Un weekend sul Rosa

Il massiccio del Rosa offre molte oppurtunità per chi vuole raggiungere dei Quattromila facili e alla portata di tutti. L'anno scorso avevo salito la Ludwigshohe in compagnia del Gino; quest'anno invece, in compagnia di Riccardo, ho provato a fare una traversata sul Rosa.
Abbiamo sfruttato due giornate di tempo veramente bello, come da molto non si vedeva.
Lasciata la macchina a Staffal (Gressoney La Trinitè), abbiamo preso la funivia fino al Passo dei Salati (è possibile anche salire, sempre in funivia, da Alagna) e da lì un altro troncone molto recente che porta a Punta Indren (3275 m).
L'idea originaria era di salire la Capanna Margherita il primo giorno, dormire alla Capanna Gnifetti, e affrontare il giorno dopo i Quattromila più bassi.
In un'ora circa, siamo arrivati alla Gnifetti (3635 m); se si vuole salire delle vette in giornata, consiglio di fare il canalino per la Gnifetti, come nel nostro caso, poichè, in questo modo, si risparmia molto tempo rispetto alle roccette e al sentiero che porta al rifugio Mantova (3500 m).
Dietro la Gnifetti, inizia la traccia, sempre evidente e ben marcata, che porta alla Capanna Margherita; si sale su neve dura slalomando grandi crepacci (si è nella metà di agosto) e guadagnando quota rapidamente. Il primo "bivio" è per la Piramide Vincent, sulla destra, cima che, se affrontata per la via normale, non presenta alcuna difficoltà, ed è comunque di soddisfazione. Mentre si continua a salire, si può scorgere sulla sinistra prima il Naso del Lyskamm, poi l'omonima lunga e affilatissima cresta e la punta orientale, sognata da molti alpinisti. Nel frattempo, sulla destra abbiamo il Balmenhorn (Cristo delle Vette - 4167 m), dove si può già scorgere il Bivacco Giordano, validissimo punto d'appoggio per salite più impegnative, ancora più a destra il bellissimo Corno Nero (4322 m) e la Ludwigshohe, di poco più alta.


Da sinistra: Naso del Lyskamm, Lyskamm orientale e la sua cresta



Da destra: Balmenhorn e Corno Nero
Ecco che arrivati al Colle del Lys (4248 m) la vista si amplia ancora di più, su Punta Parrot, Gnifetti, Zumstein e Dufour. Io mi fermo lì, esausto, a riposare - eh no, non sono proprio allenato - mentre il socio si fa da solo la Capanna Gnifetti e la Zumstein, e nel giro di due-tre ore è di ritorno, in tempo per accompagnarmi sulla Parrot.


La Punta Gnifetti dal Colle del Lys
Da sinistra: Punta Zumstein, Gnifetti, Parrot



Dal Colle del Lys, si piega leggermente a destra, seguendo la traccia che rimane sotto il costone della Ludwishohe, poi si piega a sinistra seguendo le traccia e tenendosi poi ancora più a sinistra, per la cresta W, ideale per chi viene da Indren. Si superano un paio di roccette e poi è cresta fino in cima. Per il ritorno, abbiamo percorso a ritroso le nostre tracce, però è possibile scendere anche per la cresta NE, altrettanto bella e aerea, che porta al Colle Sesia (4300 m), raccordandosi in seguito alla traccia per la Margherita.
PANORAMA DALLA PARROT:


In lontananza la Piramide Vincent


Foto di vetta con Lyskamm sullo sfondo, a destra


Cresta della Parrot e cresta del Lyskamm




Guardando verso la cresta NE. In fondo: Punta Gnifetti

Torniamo in rifugio che sono quasi le sei, non senza difficoltà per via delle nuvole basse che ci impediscono la visuale.
Il secondo giorno si apre con un'alba spettacolare, a dir poco incantevole: insomma, lo stesso bel tempo che ci ha accompagnati il giorno precedente.


Corno Nero, visto dal Colle del Lys


L'obiettivo di giornata è il Corno Nero, ma, arrivati alla sua base, complici il freddo e il forte vento, che per me è sempre un nemico invincibile, decido di non salire la cima, dato che non sento quasi più sensibilità alle mani. Ovviamente il socio non rinuncia alla salita, e, in appena venti minuti, è già di ritorno, mentre io cerco disperatamente di scaldarmi le mani. D'accordo entrambi, scendiamo insieme al Balmenhorn, dove ci lasciamo nuovamente: io rimango al bivacco per cercare di scaldarmi, lui fa una "capatina" alla Ludwigshohe, che ancora manca alla sua collezione. In appena un'ora è già di ritorno, ma non è ancora contento: ecco che quindi, siccome è ancora presto, decidiamo di fare anche la Piramide Vincent (4215 m). Oramai, dal Cristo delle Vette, salire la Vincent, diventa facile e breve, basta rimanere sulla traccia alta che traversa in mezzacosta a sinistra e poi affrontare il largo pendio fino alla spaziosa cima. L'unico problema è però il vento. E che vento, ragazzi! Così forte non l'avevo mai visto! Per fortuna Riccardo mi fa da "scudo", rivelando così perfette attitudini da "paravento", e grazie al suo sostegno riesco a raggiungere la cima.


Foto di vetta sul Cristo delle Vette


Piramide Vincent dal bivacco Giordano


Sulla Vincent, in compagnia del vento

La discesa è accompagnata dal vento, un po' meno forte, per fortuna fino al Mantova. Da lì, una mini sosta, il tempo di slegarci, mettere via la corda, bere un thè, e poi giù fino a Punta Indren.

Conto di tornare sul Rosa, magari l'anno prossimo, per completare le cime che ancora mi mancano, magari un po' più allenato, per riuscire a salire anche quelle più alte, come Gnifetti e Zumstein.