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sabato, agosto 20, 2011


18 agosto 2011

ore 6, tutti svegli in attesa dell'”abbondante colazione”: una marmellata , un burro 4 fette biscottate , un bicchiere di te, latte o caffè,ma nessuno si lamenta tutti concentrati sull'imminente partenza.
Ore 6.40 si parte alla volta della vetta tanto desiderata quanto temuta. Il sentiero parte subito dietro il rifugio e sale ripidamente in tornanti fino a un colletto a 3.306 (la Crocetta)




.C'è un piccolo spiazzo che ci permette di riprendere fiato e di fare qualche foto,ma anche di vedere finalmente la cima che appare ancor più misteriosa.

Dopo un breve falsopiano comincia il sentiero diretto alla sommità che diventa sempre più ripido tanto che in alcuni punti è necessario l'uso delle mani; fortunatamente in tutti i passaggi c'è il mitico canapone che aiuta nei punti più pericolosi ed esposti.

Ed eccoci finalmente in cima:accanto alla Madonnina si trova il piccolo bivacco Santa Maria ed una chiesetta,c'è anche una statua dedicata a Vittorio Emanuele II che ricorda la salita del sovrano nel 1844.
Dalla cima si ha un panorama spettacolare; la vista spazia dal Rosa al Bianco, dal Gran Paradiso al Monviso,il Cervino ,il Dente del Gigante,le montagne francesi ,siamo circondati da un mare infinito di nuvole.




Dopo le foto di rito ci posizioniamo nei pressi del piccolo rifugio costruito sotto la cima; Uno dei gestori del rifugio si reca ogni giorno sulla cima e anche questa volta è presente; qui per tutti gli escursionisti prepara un po di te caldo naturalmente offerto. Alle 9.40 si comincia a scendere molto lentamente e pian piano tutti superano i tratti più pericolosi,arriviamo così al colletto con la croce e qui ci compattiamo; dal fondovalle notiamo che le nuvole stanno salendo rapidamente e quindi aumentiamo un po' il passo e in un'ora arriviamo al rifugio Ca d'Asti dove ci fermiamo circa una mezz'ora





per una sosta rigenerante e intanto il rifugio si trova in mezzo a dei nuvoloni che coprono la cima del Rocciamelone. Decidiamo di scendere e di fermarci poi al rifugio “la Riposa” dove consumiamo il pranzo.
La scelta della destinazione per la notte in rifugio è stata azzeccata; la decisione di organizzare l'ascensione a una vetta di richiamo come il Rocciamelone ha permesso ancora una partecipazione numerosa dei soci di Valenza, ma anche degli amici del Cai di Casale
Una nota di merito va fatta ancora alle donne presenti; Agostina, Claudia, Sachiko e Cristina




che nonostante i timori iniziali si sono comportate, come sempre egregiamente,ma anche agli uomini che solitamente non vengono mai elogiati.
GS

venerdì, agosto 19, 2011


17 agosto 2011

Con la fine del ferragosto arriva puntuale l'ultimo appuntamento della “ Notte in rifugio” la cui scelta ricade al “Ca d'Asti”,nell'alta Val di Susa. L'obbiettivo dell'escursione di due giorni è la salita al “Rocciamelone “,( m. 3538) montagna appuntita e isolata che domina l'intera valle , cima che un tempo si credeva la regina delle Alpi .
Alle ore 8,15 appuntamento per i partecipanti davanti alla sede; 10 i soci che si presentano per tentare l'ascensione alla vetta (Stefano, Giovanni, Giovanni M, Sachiko, Mario, Agostina, Giorgio, Alessandro, Cristina e Franco). Ecco che quindici minuti dopo si parte e si raggiunge il solito autogrill dove ci aspettano gli amici del Cai di Casale (Franco, Claudia e Salvatore).
A Susa si imbocca una stradina stretta e tortuosa che porta al rifugio “la Riposa 2200 mt”( ruderi di un ex forte militare) dove posteggiamo le macchine 200 metri più sotto e dove parte il sentiero per il “Ca d'Asti mt 2860”. Il sentiero sale rapidamente verso nord-ovest,




si arriva ad una bastionata rocciosa che si aggira sulla destra qui il gruppo si divide in due; 7 persone decidono di fare il giro corto (più ripido) mentre i rimanenti fanno quello lungo (meno ripido).prima di arrivare al rifugio si nota una strana costruzione,è un ricovero che Bonifacio Rotario d'Asti costruì alla sua prima ascensione alla vetta nel 1358. Arrivati al rifugio ci accorgiamo che è molto spartano; bagni fuori, niente doccia e niente ciabatte,pazienza ci sapremo adattare. Prendiamo possesso della camera n° D; all'interno troviamo dei veri condomini con tre letti a castello e con la canna fumaria che riscalda la camera. Dopo aver sistemato lo zaino e la brandina c'è chi mangia la pastasciutta e chi comincia a prendere quel poco di sole che esce dai nuvoloni che ogni tanto coprono il rifugio.


Mentre si aspetta la cena alcuni di noi passano il tempo a giocare a carte, a fare giochi di prestigio e Claudia si presta ad assaggiare la purea per vedere se è venuta bene; scende la sera, il rifugio domina tutta la Val di Susa dove si intravedono le illuminazione dei principali paesini che sembrano tutti presepi.
Dopo mangiato tutti a nanna consapevoli di dover affrontare all'indomani un'ascensione abbastanza impegnativa,



sia per la quota che per il dislivello da superare. Il tratto finale dopo la Crocetta (m.3306) presenta un punto esposto,punto dove alcune corde fisse facilitano il passaggio.
continua......