lunedì, luglio 14, 2008


Viaggiare in Afghanistan è sempre molto difficile e solo pochi viaggiatori si sono avventurati sin qui nell'estermo nord. In questa stretta valle, chiusa dalla catena del Pamirs e dei suoi picchi di oltre 6000 metri, c'è una striscia di territorio che s'incunea tra 3 paesi: Tagikistan, Pakistan, Cina.

Il corridoio di Wakhan (Wakhan Corridor) è una delle zone più remote dell'Afghanistan, scarsamente popolata da esseri umani, ma non dal leopardo delle nevi: ce ne sono tra 100 e 200, mentre nel mondo, secondo l'International Snow Leopard Trust ce ne sono tra i 3 500 e 7 000, minacciati di estinzione dal commercio internazionale. Tuttavia, nonostante un divieto di caccia in Afghanistan dal 2002, le pellicce del leopardo delle neve finiscono regolarmente nel bazar turistico della capitale, a Chicken Street, la principale strada turistica di Kabul, dove sono in molti gli stranieri che le acquistano in contanti come souvenir.

Nel corso dei secoli per Wakhan Corridor è passata la via della seta ed è questo il percorso fatto da Marco Polo per raggiungere la Cina: la lingua locale conserva ancora il ricordo del viaggiatore veneziano.

L'estremo isolamento della regione ha risparmiato a Wakhan la guerra ma non la miseria. Pakistani e Cina tengono chiuse le frontiere per paura d'infiltrazioni di armi e droga. Tutto quello che vi arriva è prodotto in Afghanistan e naturalmente non manca l'oppio. La mancanza di medicine, l'ignoranza e i lunghi inverni hanno creato una vasta dipendenza da oppio della popolazione: gente povera a cui manca tutto, che è disposta a vendere il bestiame per rifornirsi dell'oppio.

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