mercoledì, aprile 09, 2008

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domenica 13 Aprile
Il sentiero della Resistenza in collaborazione con il Cai di Rapallo.
(8 settembre 1943 - 25 aprile 1945)
Cenni storici sulla via di comunicazione Borzonasca - Rezzoaglio di Carlo Bertelli, Sandro Sbarbaro, Fulvio Tuvo (cartina tratta dal depliant “Il Sentiero della Resistenza. Borzonasca – Rezzoaglio. Storia, memorie e narrazione, in cammino tra la valle Sturla e la Val d’Aveto”) Il tracciato interessato dal Sentiero della Resistenza in buona parte si sviluppa su una delle vie di comunicazione e commerciali più antiche ed importanti. Questa via dal Tigullio chiavarese risaliva l’entroterra del levante ligure genovese verso il nord piacentino-padano attraverso le Valli Sturla e Aveto, quindi si immetteva in Val Trebbia. Il Sentiero della Resistenza inizia da Borzonasca (160 m). A Borzonasca è la chiesa di San Bartolomeo Apostolo, risalente al 1628 ma eretta a Parrocchia già nel XV secolo. Si parte dalla Piazza Severino, martire partigiano il cui bassorilievo è posto sulla facciata del municipio. Brevemente ci si inoltra nel bel centro storico per poi percorrere, in forte salita, il tratto fino a Caregli (441 m) ove è l’antica parrocchiale dei santi Vincenzo ed Anastasio (sec. XV). Una lapide, attestante l’eccidio di cittadini da parte di aderenti al partito fascista, è murata sulla facciata sinistra della chiesa. Il borgo di Caregli presenta caratteri d’architettura rurale assai interessanti e fu probabilmente uno dei primi centri cristiani, insieme alla vicina ex Abbazia di Borzone, in “Maritima”. Lasciato Caregli si prosegue per raggiungere in successione Bocca Moa (sulla dorsale di Caroso), Ca’ di Barca (appena soprastante Gazzolo), La Ca’ e, dopo una discesa di circa 100 metri, la località Il Poggio presso Temossi. Infine si risale verso Montemoso (665 m). Questi nuclei storici denotano una architettura rustica antica di qualche secolo e di sicuro interesse. Proseguendo si tocca Case Prorè e poco dopo Prè Fogaia, toponimi che evidenziano la presenza del prato. Ora si è al guado del torrente Sturla, quasi alle sue sorgenti (in periodi di forti piogge è bene prestare molta attenzione nell’attraversarlo); l’ambiente si fa più alpestre con la percorrenza di una bella foresta demaniale di abeti fino a giungere al punto più elevato dell’itinerario: il Passo delle Rocche o di Bisinella (1125 m) sull’Alta Via dei Monti Liguri. A poco cammino, circa 40 minuti in direzione Cappella delle Lame, si trova l’accogliente rifugio “Monte degli Abeti” (1300 m). Il rifugio, non custodito, è aperto tutto l’anno [1]. Al Passo delle Rocche vi è una targa celebrativa del LX anniversario della lotta di liberazione, posta dalle associazioni CAI e FIE in onore dei partigiani e dei valligiani. Varcata l’Alta Via verso Villacella, in dolce discesa, si trova la parte più bella di mulattiera dell’intero percorso. Attraverso questa mulattiera, ben conservata, per secoli transitarono carovane di asini e muli someggiati con le più svariate mercanzie. Ci auspichiamo che, un giorno non lontano, questi animali e di loro mulattieri possano essere ricordati con un bel monumento da erigersi a Cabanne d’Aveto, località che fu il simbolo di tali transiti. Raggiungiamo quindi Villacella (1017 m). Lungo questa antichissima strada, si sviluppò un centro viario e logistico che assunse un ruolo rilevante in epoca medievale, nel periodo in cui sul luogo sorse una cella monastica eretta poi in Abbazia. Alcuni monaci benedettini, provenienti dal monastero di fondazione regia longobarda di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia, decisero di insediarsi in questo luogo fondandovi un convento. In un documento, datato 30 marzo 1103, il Priore Alberto ed i monaci dichiararono di aver fondato la chiesa di San Michele di Pietramartina (antico nome di Villacella). Avendo scelto la località per loro cella monastica, la offrirono al loro Abate di Pavia, Anselmo, desiderando che essa fosse per sempre soggetta al Cenobio di Pavia. L’Abate Anselmo accettò l’offerta e investì il priore Alberto del titolo di Abate del nuovo monastero e la località, oltre la denominazione di Pietramartina, assunse anche quella di Cella. La chiesa fu intitolata a San Michele, santo guerriero cristiano molto venerato dai longobardi. Villacella fu posto tappa e ospizio per carovanieri ed ogni sorta di viandante. Fu centro d’espansione cristiana in queste plaghe remote con l’importante funzione della “cura animorum”, il privilegio del battesimo e della sepoltura. Molte località del circondario furono sottoposte A Villacella. Ai monaci di Villacella si deve probabilmente la bonifica della palude di Cabanne. La principale funzione di Villacella venne meno quando, a partire dal XVI secolo, si realizzò un nuovo più adatto e diretto tracciato passante più centralmente nelle Valli Sturla e Aveto. Il tracciato era il seguente: Borzonasca, Brizzolara, Malanotte (evocante banditismo), Casale, Stibiveri, La Squazza, Passo del Bozale (836 metri, a quota inferiore rispetto al Passo delle Rocche), Cabanne (812 m). Il toponimo Cabanne deriva probabilmente da “Casa del banno” o “Casa del dazio”. Cabanne fu posto tappa e nodo viario di fondamentale importanza. Ancora prima della seconda guerra mondiale carovane someggiate la percorrevano; quando l’Aveto a Cabanne si ingrossava per le forti piogge le carovane risalivano verso il Passo delle Rocche passando ancora da Villacella per raggiungere più agevolmente Rezzoaglio lungo il vecchio tracciato. Ricordiamo che a causa di vicende secolari, il prestigio spirituale del cenobio di Villacella declinò assai prima del declassamento dovuto al ruolo stradale. Lasciata Villacella, a meno di un quarto d’ora si incontra la cappelletta dell’Alpe (ant. Arpe) con possibilità di rifugio. Il toponimo attesta un’area pascolativa (in passato molto più estesa) legata ad una attività produttiva e probabilmente connessa all’iniziale nucleo abitativo, risalente forse già all’alto medioevo, di Villa, poi Villacella. La cappella, trasformata a metà del XIX secolo, più anticamente possedeva un atrio di due metri di profondità che verosimilmente serviva da rifugio per i pastori e per i viandanti; ebbe anche funzione di deposito per gli attrezzi dei contadini. Proseguendo in lunga ma moderata discesa, il sentiero arriva quindi ad un ponticello. Una volta oltrepassato, con una breve deviazione sulla sinistra si può raggiungere Costafigara. Il villaggio è semi abbandonato ma tuttavia meritevole di visita, avendo conservato in alcuni suoi aspetti una architettura rurale di connotazione alpestre di notevole interesse e suggestione. Proseguendo nel nostro itinerario, dal ponticello si prosegue passando dalla località Fornelli, sito composto da alcuni vecchi cascinali di un certo interesse agreste. Superata questa località il sentiero scende, lungo la costa detta Pianetta, alla località Fontanelle sino a raggiungere Rezzoaglio nel punto in cui sorgeva la cappella di San Terenziano (ora scomparsa). In questo luogo il sentiero si congiungeva con l’altra importante via medievale proveniente da Ventarola. Nelle vicinanze si innalza la parrocchiale di San Michele Arcangelo, eretta a parrocchia nel XVI secolo, con il suo caratteristico e svettante campanile. La chiesa di Villacella ha assunto il titolo di San Lorenzo dal XVI secolo conservando il privilegio della “cura animorum”. Nei pressi della chiesa che conserva in parte l’originale struttura, purtroppo assai degradata, si trovano i resti dell’antico convento, in seguito trasformato in mulino. Si nota fra l’altro un portale megalitico e la grande ruota arrugginita semi interrata.
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Note tecniche
Difficoltà E = escursionismo.
La lunghezza complessiva è di circa 22 chilometri.
dislivello: da Borzonasca a Rezzoaglio in salita è di circa 1250 mt.
da Rezzoaglio a Borzonasca in salita è di circa 700 mt.
Tempo di percorrenza: 8 ore da Borzonasca a Rezzoaglio
7 ore e 30 min. da Rezzoaglio a Borzonasca
Inizio percorso: bandierina CAI rosso-bianco-rosso con segnavia FIE inserito

Note [1] Il rifugio è gestito dal Club Alpino Italiano, sezione di Rapallo;

1 commento:

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