Trenta posti letto. Cinquanta coperti. Una struttura che punta alla riduzione degli sprechi e mira all'impiego delle energie rinnovabili. Infatti è dotato di pannelli solari fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Questo e altro è il nuovo rifugio dell'Antola, realizzato dall'Ente Parco per offrire al mondo esursionistico e non solo una semplice ma altrettanto confortevole ospitalità. E' stato inaugurato domenica 1° luglio. Io ci sono andato con la mia amica Marisa Iommi domenica 8 luglio. Una giornata calda ed assolata. Sole a picco. Arriviamo a Donnetta, frazione di Torriglia. Ci infiliamo i nostri scarponi, non prima di aver opportunamento indossato la preziosa ginocchiera. Andiamo. Ma le gambe hanno qualche problema. La Iommi mi dice: "Sei reduce da Madonna di Campiglio, quindi sei allenato..." Allenato. Ansimo. La Iommi è davanti. Sembra più fresca. E' arzilla. Fa caldo. Molto caldo. Sudo copiosamente. Le mosche, sempre più numerose, mi prendono d'assalto. Ho paura di parlare. Bocca chiusa. Ogni tanto, con una scusa, chiedo una pausa alla Iommi. Va bene, la salita è erta, ma come, il nostro prode camminatore si trova in difficoltà? Sarà il caldo? Mi metto in pantaloncini corti. La Iommi và, io dietro. Sempre dietro. Si, è più fresca. Ma cosa sto scalando, l'Everest? Speriamo che la salita finisca. Le mosche. Il caldo. Il sole. Tanto sole. Implacabile. La salita, finalmente, finisce. Che bellezza!!! E, cosa ancora più bella, il sentiero si inoltra, in leggera salita e talvolta in piano, in un delizioso boschetto. Un bellissimo sentiero. Piacevolissimo da farsi. Bello. Vedo, distintamente, il lago del Brugneto sulla mia destra. Riprendo il mio umore.Camminare su Valleverde. Le mosche sono meno insistenti. "Che albero sarà questo?", mi chiede la Iommi. Che albero. Boh! Un faggio? Vada per il faggio, tanto chi può contraddirmi? Camminiamo. Adesso la salita è lieve, la fatica quasi non si avverte. Ancora un'ora, indica un cartello, per il Monte Antola. Appresso un altro ci segnala che, a sinistra, si può raggiungere il paese di Pentema. Un'altra volta. Non adesso. Un'alra volta. A dicembre, forse. Con il Presepe. Con Gardella del Cai Ligure che ci farà fare una camminata di quasi sei ore. Andiamo. Verso l'Antola. Il lago del Brugneto, ci tiene compagnia. Incrociamo poche persone. La Iommi comincia ad essere stanca. "Quando arriviamo?", implora. Ah, è stanca. E' umana. Sorrido. Tocca a me guidare. La rassicuro. "Ancora poco, per l'una ci saremo." Sono di parola. Ecco il rifugio. Mi ci precipito. "Cosa fate da mangiare?" "Pasta coi funghi." Uhm, non c'è molta scelta. Mi ricorda Henry Ford che agli americani diceva: "Comprate l'auto del colore che volete purchè sia il nero." Vada per la pasta con i funghi. C'è posto fuori. Al sole. Ma la vista è stupenda. Giusto sul lago del Brugneto. Davvero delizioso. Ci sono alcuni bambini. Un cane ci guarda implorante, desideroso di qualche cibaria. Al nostro tavolo due gentili commensali che provvedo ad intrattenere. Il pranzo. La pennichella. Fuori dal rifugio. Dieci minuti di cammino. Vicino alla chiesetta. Ci sdraiamo. Il sole. Che bello fare le lucertole! Che bello stare lì a crogiolarsi al sole. Non vorrei tornare giù. Osservo le persone. Tante. Davvero tante quelle che vengono sull'Antola. Ma il momento di tornare si avvicina. Guardo un'ultima volta l'Antola. Zaino in spalla. Si torna. Appena in tempo perchè la Iommi, a Novi, possa prendere il treno. Arriva in stazione e, contemporaneamente, giunge, miracolasamente in ritardo, anche il treno. Tutto calcolato: mi ero messo d'accordo con la ferrovia. "Noi siamo sull'Antola, mi raccomando, il treno deve arrivare alle 19.10." Detto, fatto. Preciso. La Iommi saluta con un sorriso di ringraziamento:dopo non avrebbe avuto più altri treni, per Alessandria, per chissà quanto.
Saluti.
Mauri da Novi ligure
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