Sentivo come se gli scarponi fossero stati pieni di piombo , non appena spostai il peso sulle braccia, era come se il peso del mio corpo fosse raddoppiato.A mezza via della fessura le dita cominciarono a sfuggire dal bordo e allora inserii la mano chiusa a pugno nel fondo torcendola poi in incastro.In questa posizione a braccio incastrato rimasi fermo, il peso appeso al pugno e aspettai che il respiro ritornasse normale.Poi tornai alla posizione DULFER e lottai verso l'alto,con uno sforzo continuo ed estenuante.Le dita finalmente arrivarono a stringere lo spigolo che coronava la fine della fesura.Lo spigolo era mobile, era un blocco di granito di dubbia stabilità.Ma non importava nulla.Un 'ultima spinta e mi trovai su alcuni appoggi per i piedi,ansimante.Mi venne un momentaneo accesso di nausea e pensai che ero vicino a vomitare.Riuscii a martellare un chiodo, vi assicurai la corda e urlai a Joe che poteva cominciare a salire a jumar.
LA Montagna di luce di Peter Boardman
pag.158
i libri di Davide Guerci
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