Sentivo
come se gli scarponi fossero stati pieni di piombo , non appena
spostai il peso sulle braccia, era come se il peso del mio corpo fosse
raddoppiato.A mezza via della fessura le dita cominciarono a sfuggire
dal bordo e allora inserii la mano chiusa a pugno nel fondo torcendola
poi in incastro.In questa posizione a braccio incastrato rimasi fermo,
il peso appeso al pugno e aspettai che il respiro ritornasse normale.Poi
tornai alla posizione DULFER e lottai verso l'alto,con uno sforzo
continuo ed estenuante.Le dita finalmente arrivarono a stringere lo
spigolo che coronava la fine della fesura.Lo spigolo era mobile, era un
blocco di granito di dubbia stabilità.Ma non importava nulla.Un 'ultima
spinta e mi trovai su alcuni appoggi per i piedi,ansimante.Mi venne un
momentaneo accesso di nausea e pensai che ero vicino a vomitare.Riuscii a
martellare un chiodo, vi assicurai la corda e urlai a Joe che poteva
cominciare a salire a jumar.
LA Montagna di luce di Peter Boardman
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Quando lo
raggiungo,trecento metri piu' in alto,Buno penzola appeso alla corda
sopra un vuoto pauroso e sta rinvenendo dopo una cadua di oltre quindici
metri.Dopo aver ripreso conoscenza mi racconta cosa e' sccesso.Aveva
raggiunto il materale lasciato appeso alla parete qualche giorno fa,si
era poi legato e da solo in autoassicurazione stava superando lo
strapiombo sovrastante ,quando e' scivolato sul verglas e poi
probabilmente ha sbattuto la testa e non si ricorda più niente.Sono
usciti chiodi e "nut a camme " che avea appena fissato per sicurezza ed è
rimasto appeso ad un vecchio chiodo semitubolare Cassin che proprio lui
stesso aveva fissato lo scorso anno in uno dei nostri tentativi.Bruno
sottovaluta l'episodio ,per cui, dopo esserci finalmente legati ad una
corda, continuiamo ancora a salire superando la parete strapiombante
sopra di noi e la traversata della cascata,difficile e insidiosa.
In due sulla Torre Egge
Giuliano Giogo
pag.93 - Montagne di parole